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Gli Dei hanno suonato da umani

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Gli Dei hanno suonato da umani
A scuola da Professor Peart
Di Bullo Renzo
rush neil peart

Per la seconda volta in tre anni ho potuto assistere ad un concerto memorabile che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile in Italia. No, no è la Pausini, o Ramazzotti o Madonna. Quei concerti li lascio ai fanatici del pop, poveri illusi!! Sto parlando del concerto dei RUSH, della più storica e leggendaria delle rock band che da ormai 35 anni a questa parte domina sul panorama prog-metal mondiale. Appuntamento per il 23 Ottobre al Datch Forum di Assago, tra l'altro incredibilmente "old out", per un concerto indimenticabile, uno show perfetto messo in scena da tre arzilli "vecchietti" che, nonostante l'età e nonostante non abbiano più nulla da dimostrare a nessuno, hanno tenuto botta per quasi tre ore di musica. Eccovi una breve cronaca della serata da me vissuta proprio davanti il palco, ad abbracciare la transenna dalla parte di Geddy Lee. Solito intro con filmato divertente, con Neil in un'inedita veste di "moglie" di Alex. Scenetta che serve solo alla band per posizionarsi sul palco e poi via, si comincia: esplodono le luci e nell'aria echeggiano i riffs di chitarra iniziali di "Limelight".Inizia lo show. Pubblico in delirio. La serata procede tra i brani classici del loro repertorio (Mission, Free Will, The Spirits of Radio) alternati agli ultimi lavori. Perfette le esecuzioni dei due brani strumentali dell'ultimo album "Main Monkey's Business" e "Malignant Narcissism". Tripudio generale. Poi breve pausa. Si riprende con la seconda parte dello spettacolo,e che spettacolo! Si parte con "Far Cry", il pezzo di tiro di Snakes and Arrows, qualche classico e poi il momento tanto atteso da me, da Diego e da tutti i batteristi presenti, e vi assicuro che non eravamo in pochi: inizia la lezione, si va a scuola da Professor Neil! Luci puntate "sull'astronave" rossa di Neil. Schermi panoramici focalizzati tutti sulle sue mani. Sguardi incollati e perplessi della folla. Cervelli che si domandano come c...o farà a 55 anni a sforgiare una tanta energia. E' giunto il momento del Drum solo. Come una piovra imbestialita, Neil non tralascia niente del suo immenso set, Tom da 10, da 12, da 18, Crash, China, Splash sono tutti sotto il suo dominio. La DW rossa obbedisce alla perfezione e, ad un certo punto dell'assolo, la batteria ruota di 180º e Neil ci porta in una condizione più elettronica del solista. Rullanti e tamburi acustici sono alternati ai pads della V-Drum, che generano suoni orchestrali, classici negli assoli di Peart. Poi, tra i flames ed i paradiddle, entrano prepotentemente le note Jazz di una big band in sottofondo ed il Professore termina il solista accompagnando l'orchestra e catapultando il palazzotto nell'atmosfera swing degli anni 40, in una specie di viaggio tempo-musicale dove Gene Crupa e Buddy Rich erano le stars dei tamburi. Standing Ovation dell'intero Forum. Bravo come sempre Neil, il batterista per eccellenza, che nonostante ne abbia passato di tutti i colori, continua a deliziarci con i suoi tocchi tecnici storici ma al tempo stesso sempre freschi e nuovi. Altro che Cepu! Grazie professore della lezione! Si riprende lo show con i brani vintage del loro repertorio: "Tom Sayer, A Passage to Bangkok" e l'immancabile "YYZ". (Anche se personalmente avrei preferito anche 2112, vabbè, sarà per la prossima volta!). Poi Geddy recita alla folla il classico "Thank you for coming here" Good Night!!, ed è la fine dello show. Beh, che dire!. Un concerto tecnicamente memorabile ma al tempo stesso divertente, con momenti buffi come il "Milla Grazi Malano!" urlato da Geddy al microfono o l'assolo di Alex con la testa di una Barbie al posto del plettro. Come le mani alzate di Neil in segno di arresa quando Geddy gli punta il basso contro. O quando Alex con lo sguardo si fa burla del "gorilla" sotto di lui. Un concerto riuscitissimo anche grazie al pubblico, un misto di ultra quarantenni, calvi e brizzolati scatenati sugli spalti, alternati a giovani ventenni fronte palco, novelli del prog che nonostante pircing e capigliature stravaganti, sono stati ordinatissimi. L'unica cosa che non ho capito è perchè alla fine del concerto (e lo fanno dappertutto!) Alex e Neil si ostinino a scappare di corsa come ladri dietro le quinte lasciando Geddy ad un breve saluto per poi sparire anche lui come un fantasma. Non sarebbe più bello un inchino del trio a bordo palco. Mah!, Ma ai Rush bisogna perdonare tutto, anche qualche piccola peccha di esibizione che chi suona e conosce bene le canzoni ha potuto percepire. D'altra parte come essere sempre concentrati e lucidi con tre ore di concerto in cui proponi oltre venti canzoni da tremila note l'una. Perdoniamoli però, perché l'altra sera gli Dei hanno suonato da Umani!

by Renzo Bullo